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19/08/2017 - Pallavolo

Volley mista: quanto sia importante crederci

Riflessioni su un movimento in espansione


Data: 19/08/2017


Foto 3502 di Laura Ferraro

 

 

    

                                    Ogni volta ci si saluta dandosi appuntamento all'anno successivo...non importa cosa accadrà nei 365 giorni che dividono un campionato dall'altro, quello che conta è esserci. Non importa nemmeno dove si svolgeranno, la cosa fondamentale è che l'incontro sia rispettato.

Ho sempre considerato i campionati nazionali ASPMI quell'occasione ove è possibile cancellare la linea di confine tra amicizia e colleganza, quella vacanza in cui hai voglia di confrontarti, di divertirti, quel momento in cui il tempo sembra fermarsi e, a tratti, riesce a cancellare le distanze e a rinforzare i legami.

Ci si incontra di nuovo, come ogni anno, tra i colori delle varie delegazioni, pronti a fare della pallavolo il pretesto per stare insieme.

Aspetti con ansia di incontrare ancora i visi degli amici e colleghi salutati, con un po' di magone, l'edizione precedente. Tra baci ed abbracci inizia, ogni anno, un nuovo campionato. Non sono mai riuscita a spiegarmi come quei quattro giorni così intensi possano trascorrere e volare via in maniera così repentina, come quelle esperienze vissute riescano ad essere presente e passato nello stesso momento. Probabilmente l'esperienza dei campionati si sviluppa all'interno di una cornice dedicata, una sorta di appendice tra un capitolo e l'altro di quel libro che ognuno vive e scrive a modo suo.

Sarebbe facile descrivere queste esperienze in maniera tecnica ed asettica, ma non sono mai stata capace di fare delle emozioni un mero elenco di dati e nozioni. Credo sia molto più utile, anche se probabilmente più difficile, cercare di trasmettere le emozioni che ogni anno, seppur in maniera diversa, fanno da colonna sonora a questa esperienza sportiva e riescono a dare vita sempre ad una nuova traccia, ad un nuovo brano. Trovo davvero unico il modo in cui queste emozioni vengono condivise, le modalità con cui qualcosa di impalpabile diventa tattile e tangibile. Riesci a toccare quelle emozioni negli abbracci di tutti i partecipanti, riesci a vederle negli sguardi e nei sorrisi degli atleti, riesci, ancora, a sentirle tre le risate ed il tifo proveniente dalla panchina a bordo campo.

Momenti immortalati in quel limbo dove fairplay ed amicizia si intrecciano, dove un paio di ginocchiere e di calzoni corti uniscono anche quando il colore della maglia divide.

Non è lo sforzo fisico, credo, a spaventare...il dolore ai muscoli, alla fine, si vince facilmente con la voglia di giocare e di posizionarsi su quel campo che separa due squadre con una rete e le fonde insieme fuori dall'area di gioco.

Non sono nemmeno, credo, i led luminosi del tabellone segna punti a creare ansia...a prescindere dallo scorrere più o meno veloce di una o dell'altra parte del pannello, lo scopo finale penso sia per tutti, o quasi, quello di divertirsi.

Ritengo invece che la cosa in fondo più difficile da affrontare è sapere che prima o poi quei quattro giorni siano destinati a finire.. che prima o dopo si dovrà richiudere il borsone, caricare il furgone e tornare a casa...si dovrà salutare tutti con la promessa di rivedersi in giro per l'Italia, chissà quando, chissà dove...con la piacevole consapevolezza, però, che dentro quella valigia, oltre ai vestiti sudati, porti a casa con te i ricordi di una nuova avventura e gli scampoli di tutte quelle emozioni che, davvero, non ti lasceranno mai.

                           

 

 

 

 


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