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17/09/2018 - Attivitą internazionale

Cinquant'anni di corsa

Annibale, una storia che vale la pena raccontare


Data: 14/09/2018


Foto 3975

              Una storia per niente atipica rispetto a certi suoi coetanei. Con l’entusiasmo che si ritrova, sempre capace di pensare in positivo, Annibale  Albiero non intende fermarsi per continuare la sua strada, pronto in ogni occasione (alla “veneranda età” di anni 75) a giocare le sue carte capace di esprimersi a livelli più che apprezzabili.

E’ così che il giorno 10 Ottobre a San Martino Buon Albergo presso la Biblioteca Comunale sarà presentato il volume “UNA VITA DI CORSA” (97 pagine; 48 fotografie) dove lo stesso si racconta e dove la Prof.ssa Anna Solati – della quale anticipiamo la prefazione - è riuscita in un un’unica soluzione a riportare quanto di buono “il nostro” (11 campionati del mondo; 8 europei) abbia saputo esprimere in campo sportivo.

“Nel nostro Paese ci sono sportivi che per le loro imprese finiscono al centro della popolarità e restano una specie di mito che dura nel tempo. Altri invece come il protagonista di questa breve biografia, anche hanno raggiunto risultati impartiscono riconosciuti solo dai veri appassionati e tra questi ultimi c’è il nostro protagonista, un personaggio che ha dato molto allo sport di San Martino: prima come calciatore, poi come allenatore di atletica leggera, infine come marciatore nelle corse su pista, nelle campestri e nelle maratone nelle quali ha gareggiato e vinto in Italia e all’estero portando i alto il nome del paese che spesso si legge sulla maglietta con la quale gareggia.

Non è mai stato il tipo che ama mettersi in vista. Se si nomina Annibale Albiero i sammartinesi che hanno passato i cinquanta anni dicono: “ Ah. Albiero, il vigile volante….” ma in pratica sanno solo vagamente loro che correva, che vinceva, che ha fatto la maratona di New York.

La sua storia ce la racconterà lui e ci parlerà non solo della passione per l’atletica e dei successi, ma anche della tenacia e determinazione con la quale ha addestrato il corpo per ottenere quei risultati.

Il messaggio che vuole trasmetterci  è che non ci si può cimentare con superficialità anche nella meno impegnativa delle imprese sportive altrimenti si corre il rischio che gli sforzi finiscano per essere fine a se stessi, che la propria eventuale potenzialità resti vanificata  e magari che in qualche modo la salute ne risenta.

Annibale è stato fornito dalla natura di un fisico adatto allo sport, ha un cuore che da fermo batte quaranta pulsazioni al minuto, ma ha rafforzato con forza e determinazione le sue doti per arrivare a risultati di eccellenza”.

 

 

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1992 Maratona di New York: da sin. Albiero, Cunego, Furlani, Tirapelle, Ruggia, Cherubini


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