28/10/2015 - Archivio
L'intervista >>> Massimo Re, un anno di USPE
Si parla di Europa ma non solo
Data: 17/10/2015
Con il vertice USPE
a sin. il Segretario generale Kusserow, al centro il Presidente Smeyers
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(a.dd.) Allora…Che effetto fa trovarsi in USPE?
“Come quello di trovarsi in un consesso importante ed ancora non rendersene conto. Sinceramente non pensavo fosse possibile una mia presenza nella Commissione Tecnica USPE, ed invece….”
All’inizio qual è stato il dato che ti ha fatto più piacere?
“Quello di essere stato scelto e voluto dal gruppo dirigente, anche se ciò potrebbe creare delle aspettative più alte nei miei confronti.”
Dopo un anno c’è già qualcosa che ti piace di più?
“Già passato un anno!? Scherzi a parte, ho trovato un ambiente che vuole portare la diffusione dello sport nelle Forze di Polizia d’Europa dal livello dilettantistico sino a quello professionistico con serietà e competenza. In fondo lo stesso progetto, seppure in forma più ridotta, che viviamo in ASPMI.”
E di meno?
“Quello di essere sempre in viaggio. Anche se all’inizio può essere piacevole e stimolante, alla fine potrebbe creare delle difficoltà a gestire le varie situazioni a livello locale o nazionale”.
In un contesto dove convivono differenze culturali legate al modo di concepire il rapporto tra persone, quali le capacità peculiari che un consigliere dovrebbe avere?
“La conoscenza delle varie attività sportive in maniera approfondita di certo aiuta a capire meglio le eventuali criticità che emergono. In più leggere attentamente tutta la documentazione inviata dalla Segreteria generale per capire meglio le eventuali problematiche da discutere e poi….tanta diplomazia, una dote che dovrò imparare a conoscere ancora meglio”.
Credi di avere possibilità di lasciare un segno?
“Dipende da cosa si intende lasciare un segno. Per me già esserci vuol dire aver lasciato un segno”.
Veniamo a noi. Competere in USPE dove la pratica sportiva differisce per genere e qualità cosa manca ad ASPMI?
“Credo che manchi unicamente il ricambio generazionale e la capacità di interessare le varie amministrazioni alla pratica sportiva intesa come benessere psico-fisico degli appartenenti alle Polizie Locali/Municipali. Questo è il grosso scoglio. In più dobbiamo imparare a pensare a livello generale e non limitarci al nostro, diciamo pure, orticello. Per il resto siamo in linea con gli altri Paesi membri dell’Unione”.
Possibile che non potremo avere qualcosa che altri non hanno?
“Ma già abbiamo qualcosa di diverso dagli altri: noi siamo la Polizia Locale, all’estero sono tutti dipendenti del Ministero dell’Interno. Non è una differenza da poco, specie se valutata sia a livello di selezione atleti, ovviamente assai più ampia, che di disponibilità riferita ai finanziamenti”.
Pensi sia legittimo avere fiducia per il futuro?
“Non è facile, eppure sono convinto sia d’obbligo pensare positivo perché l’alternativa sarebbe mollare tutto ed io sono uno che combatte, sempre”.
Ferrari, Recchi, Ugolini, Marrese, Di Peri personaggi che nel tempo in USPE ti hanno preceduto. A chi di questi ti piacerebbe fare riferimento?
“Mi è facile pensare a Silvio Ferrari, primo Presidente del Gruppo Sportivo Torino e primo ad entrare nel consesso USPE. Per uno come me che ha ben presente quello che Ferrari ha fatto per tutti è sicuramente un onore, ovvio senza nulla togliere alle altre illustrissime persone indicate”.
Presidente GSPM Torino, Consigliere Nazionale ASPMI, Consigliere tecnico USPE. Ora che hai un impegno così importante avrai ancora il tempo di interessarti delle vicende ASPMI?
“Così come penso sia per altri Consiglieri è difficile conciliare i tre i ruoli con le esigenze di tutti. Il tempo lo si deve trovare in quanto vengo spesso interpellato per motivazioni e problematiche varie. Per il mio incarico in ASPMI molto dipenderà da ciò che sarà deciso di fare del futuro, cosa che scopriremo tra poco dati elezioni e conseguente rinnovo del Consiglio Nazionale. In ogni caso sicura la mia disponibilità sino a fine mandato. Poi……… si vedrà”.