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30/10/2017 - Archivio

1967/2017 cinquant'anni di ASPMI, una storia che vale la pena raccontare

Periodo lungo e piuttosto laborioso svolto con compentenza e disponibilità


Data: 05/07/2017


 

 

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                   Con l’assoluta certezza che il Presidente Antonio Barbato a difesa del  proprio ruolo professionale riuscirà a disfare un nodo che si è attorcigliato è con sincero attestato di solidarietà che di ASPMI, quanto accaduto in cinquant'anni, ne riproponiamo a storia.

 

                           Quest’anno 2017 ASPMI compirà 50 anni. Sarà un traguardo raggiunto  superando qualche difficoltà e contrazione comunque prestigioso, assolutamente da onorare. Ecco perché se saranno preparate delle celebrazioni le stesse guarderanno con realismo a quanto il futuro potrà essere in grado di regalare.

Chissà mai se all’inizio qualcuno poteva presupporre come la volontà di una pratica sportiva tra Vigili Urbani radunata sotto un unico comune denominatore avrebbe potuto avere un seguito.

Niente meglio di ciò che è accaduto nel corso di mezzo secolo può dare  la misura di quanto l’idea fosse lungimirante.

Senza la pretesa di togliere qualcosa a coloro che meglio ne custodiscono la memoria ciò che preme è tentare di andare a cercare  lo spirito originario che nel tempo senza particolari eccessi ma tanta convinzione ha consentito ad ASPMI diventare affidabile e competitiva nei contesti sia nazionali che internazionali.

La storia racconta che un gruppo di qualificati colleghi romani trovarono risposta positiva alla richiesta formulata all’allora Comandante del Corpo Generale Francesco Andreotti (fratello di Giulio) che consentisse loro la partecipazione ad un torneo di calcio giocato sui campi dei dipendenti comunali all’Acqua Acetosa. Fu il segnale per far nascere il Gruppo Sportivo.

Con la collaborazione del Dr. Giannoli, Renato Barba e Franco Gizzi la pratica sportiva nella città capitale come per miracolo prese forma. Non restava che istituzionalizzare il movimento, ciò che ufficialmente avvenne nella prima riunione tenuta presso il Comando Centrale dove venne presentato e approvato l’atto costitutivo e statutario del neonato “Gruppo Sportivo Vigili Urbani Roma”.

In una realtà così numerosa tale quella capitolina una apertura del genere sortì un effetto trainante che in breve tempo consentì di raggiungere risultati di livello sia organizzativi che agonistici in più discipline.

Aver raggiunto esiti positivi derivati da prove sul campo - oltrechè non meno importante di aggregazione - dette l’avvio ad una serie di iniziative similari realizzate all’interno di altri Comandi sparsi sull’intero territorio nazionale

Chi tra i primi recepì il segnale fu Vincenzo Recchi Comandante a Firenze che entusiasta dell’iniziativa andò oltre proponendo al Gruppo Sportivo Roma la costituzione di una Associazione Sportiva capace di riunire i Vigili Urbani d’Italia sotto un’unica bandiera.

Un sasso lanciato nello stagno.

Il Comandante Andreotti e Aldo Giannoli - personaggio carismatico, di ASPMI primo Presidente – valutando positiva l’idea  predisposero l’evento.

Convinti del fatto che l’iniziativa avrebbe potuto creare interesse Il 18 Maggio 1967 rappresentati di Gruppi Sportivi provenienti da Catania, Firenze, Vercelli, Bologna, Napoli, Carrara, Ancona, Milano, Palermo, Genova, Cagliari, Bari, Messina, Brescia Torino e Mantova riuniti a Roma, decisero di procedere.

Fu così che prese ufficialmente forma  l’Associazione Sportiva Polizie Municipali d’Italia.

Il progetto – siamo nel ’79 – grazie anche ai buoni uffici di Antonino Micale (cordiale, garbato, abile diplomatico capace dare credibilità al movimento sportivo nascente)  trovò una propensione positiva da parte del CONI al punto di veder stipulata una convenzione di collaborazione tra la costituita nuova associazione e l’ente deputato alla gestione della pratica sportiva sull’intero territorio nazionale.

Anni dopo lo stesso Recchi subentrato quale Presidente a Giannoli, su quanto determinato nella riunione del Maggio ‘67 ebbe modo di esprimere giudizi positivi: “C’era in noi la sensazione che le decisioni prese erano giuste. Tutto lasciava presupporre che la storia sarebbe potuta continuare. I colleghi romani, con il Comandante di allora Andreotti presentarono l’evento come meglio non sarebbe potuto. Ci salutammo convinti di aver realizzato qualcosa di importante.”  

La speranza di un futuro comune e la voglia di aggregazione portò in un decennio all’organizzazione di tredici eventi sportivi di specialità diverse - bocce, calcio, ciclismo linea e coppie, corsa campestre, gimkana, maratonina, pesca, sci, tennis, tennis tavolo, tiro a segno, tiro a volo - dove ai vincitori veniva assegnato il titolo di Campione Nazionale e conseguente consegna del classico ambìto scudetto tricolore, simbolo unico nel suo genere, per certi versi stimolante, atto a generare interesse in atleti-vigili (l’ordine non è casuale) alcuni dei quali capaci di risultati di livello assoluto.

Compito di Recchi - nel frattempo succeduto nell’incarico di Presidente a Giannoli - fu di riallacciare i contatti con l’Unione Sportiva Polizie Europee che nel passato si erano interrotti. Grazie alle sue comprovate affabilità, cortesia, capacità di decidere ma anche di saper ascoltare, entrò subito in sintonia con un ambiente fino a quel momento piuttosto scettico di tutto ciò che poteva provenire dall’Italia, pregiudiziale ampiamente e per certi versi clamorosamente smentita nientemeno che con la nomina - dal 1982 al 1984 – dello stesso Recchi a Presidente. Un’apertura del tutto inaspettata, propedeutica all’ingresso  nel framework USPE di altri superqualificati personaggi quali Silvio Ferrari dall‘84 all’88 delegato per l’atletica, Umberto Ugolini dal ’92 al ’96 tennis e scherma, Aristide Marrese dal ‘97 al ’99 tennis e  dal 2014, tuttora in carica, Massimo Re nuoto e basket.

Al di là delle performances che gli atleti sia singoli che come team avrebbero potuto realizzare, ciò che per l’Associazione consentì acquisizione di credito fu la disponibilità ad organizzare in casa propria campionati europei. Tra i più datati nell’ordine il calcio prima edizione  nel ’73 a Roma ripetuto nel ‘85 a Riccione, maratona anch’essa prima edizione nel ’84 a Firenze, tennis nel ’87 a Macerata ripetuto a Pistoia nel ’99, poi una sosta fino al 2011 con il tennis tavolo a Palermo, nel 2013 basket a Torino, nel 2015 ancora tennis a Milano, evento quest’ultimo per ammissione di Luc Smeyer attuale presidente USPE da collocare di diritto tra i migliori nel tempo mai organizzati.

Intanto ASPMI cresceva, i Presidenti si avvicendavano. A Recchi successero dal 1997 al 2003 Aristide Marrese; dal 2003 al 2005 Ettore Guiducci; dal 2005 al 2007 Massimo Pincelli; dal 2007 al 2008 Oliano Balboni; dal 2008 al 2010 Nunzio Purpura ; dal 2010 al 2012 Serafino Di Peri; dal 2012 tuttora in carica al secondo mandato Antonio Barbato. Alle loro dirette dipendenze a disbrigare l’ordinaria amministrazione e contabilità i segretari - ruolo fondamentale per il buon funzionamento di qualsiasi Consiglio - capaci di svolgere appieno i loro incarichi, gente preparata meritevole di elogi. A rappresentarli tutti, con una striscia di ben 25 anni, Umberto Ugolini.

Per tornare a quella che è la storia – siamo nel ’88 – dei circa 85 Gruppi Sportivi aderenti  quattro risultano provvisti di propri impianti tre dei quali polivalenti (GG.SS. Milano, Roma, Carrara) ed uno esclusivo per il tennis (G.S. Firenze).

Il movimento ASPMI allarga i propri orizzonti. Antesignana di quella che si rivelerà in futuro una proposta vincente (leggi World Police Fire Games) il GS Livorno apre ai Paesi dell’Est con l’organizzazione di cinque campionati europei di tiro a volo. Il GS Trento alza la posta assumendo in proprio l’organizzazione dei mondiali di sci, tiro, nuoto e corsa.

In campo internazionale si torna nel ’84 con lo straordinario successo di Fausto Molinari – maratona podio primo gradino a Firenze – atleta da grandi risultati, campione fondista definito in un articolo dell’epoca “Il Vigile macinachilometri fulmine nel fango delle campestri e sugli asfalti di mezzo mondo”; nel ’87 con Paolo Carli premiato quale miglior portiere agli europei di calcio in Inghilterra; nel ’94 Angelo Vecchi bronzo nei 3.000 cross country ancora in Inghilterra, nel ’91 Alessandra Romano oro nel tennis in Francia, nel ’99 Simonetta Innocenti argento nel judo a Praga e nel 2011, ultima in ordine di tempo, Cristina Bignami argento nel tiro a segno in Danimarca.

L’idea di conferire maggior valore a quanto prodotto ancorchè custodirne la memoria porta alla realizzazione di un periodico per i primi cinque numeri  a cadenza semestrale.

Composto di quattro pagine fin da subito appare troppo stretto per raccontare tutto ciò che avviene in casa ASPMI. La necessità di aggiornare e nel contempo certificare la storia, sia per quel che riguarda la struttura dirigente che i risultati tecnici conseguiti, richiede un impegno maggiore. Elemento chiave l’aumento delle pagine. E’ così che dalle quattro si passa ad otto, a sedici fino alle attuali quarantotto.

All’inizio degli anni 2000, pur essendo venuto a mancare il contributo CONI, la vita dell’Associazione continua a produrre in positivo.

Sulla spinta promozionale indirizzata alla mera pratica sportiva titoli a ripetizione vengono dai nostri in altri eventi addirittura di livello mondiale quali WPFG,USIP, ILEG, ma questa è un’altra storia.

Intanto in casa nostra molti dei campionati organizzati si attestano attorno alla quarantesima edizione. Sorgono discipline nuove quali calcio a cinque, pallavolo, mountain bike, tiro dinamico, tiro con arco, basket 3vs3, ultimi in ordine di tempo Bowling, Beack Volley e Vela. Altre, la mitica gimkana, calcio a 11, tiro a volo per varie ragioni vengono meno. Per il resto si vedrà.

Al momento non c’è altro che essere orgogliosi di quanto realizzato nel corso dei primi cinquant’anni. Nel complesso un gran lavoro certificato da tre ambìti riconoscimenti: Stella di bronzo al Merito Sportivo CONI; Associazione benemerita UNICEF; Ambrogino d’oro Comune di Milano. Per ASPMI un patrimonio di credibilità da condividere tra associati passati, presenti e coloro che verranno.

Come Platone, il più grande filosofo di tutti i tempi ha insegnato, la vita continua.

Sarà compito dell’attuale Consiglio Direttivo, rappresentato per il secondo quadriennio consecutivo dal Presidente Antonio Barbato, proporre idee e soluzioni tali da consentire un futuro il più possibile privo di scosse ad una realtà sportiva meritoria, in procinto di doppiare la boa dei cinquant’anni e pure ancora in possesso di energie tali da farlo durare chissà quanto ancora.  (A. Diddi con la determinante collaborazione di U. Ugolini e C. Vatteroni)  

           

 

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1993 - La delegazione USPE - Presidente Recchi - ricevuta a Losanna

dal Presidente del CIO  Antonio Samaranch

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1985 - ASPMI calcio finalista agli europei. Il trofeo consegnato dal leggendario calciatore Finney

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1990 - La delegazione ASPMI al Congresso CONI, da sin. Vincenzo Recchi, Aristide Marrese, Arnaldo Berruti, Umberto Ugolini

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1990 - Il Trofeo più ambito. Medaglia di bronzo CONI al merito sportivo

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1992 - Al centro Il Vicepresidente Marrese con collaboratori d'eccezione, Guido Malossini e (a dx) Silvio Ferrari

 

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1994 - Nasce l'annuario

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2008 - Alla Presidenza per complessivi 28 anni da sin. Ettore Guiducci, Vincenzo Recchi, Oliano balboni, Massimo Pincelli

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2014 - Congresso USPE a Budapest

con il Presidente Presidente Antonio Barbato il Segretario genenerale Mario Volpi e (a dx) Massimo Re

Foto 3164

2016 - Berlino Congresso USPE. Il Presidente Barbato con il neo Segretario generale Michele Bitritto

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